Un importante risultato clinico arriva dall’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino: un farmaco comunemente utilizzato in oncologia ha determinato una regressione quasi completa di una forma recidivante di Papillomatosi tracheale recidivante (PRR), una malattia rara delle vie respiratorie causata da Human papillomavirus (HPV).
Il caso clinico
Il paziente, un uomo di 52 anni con papillomatosi tracheale estesa e resistente a sei procedure endoscopiche eseguite in due anni, è stato sottoposto a una terapia con un farmaco antiangiogenetico — somministrato endovena ogni quattro settimane per sei mesi.
Già dopo la seconda infusione è stata osservata una riduzione delle lesioni. Al termine di cinque mesi di terapia, la broncoscopia ha evidenziato una regressione quasi totale dei papillomi, senza effetti collaterali significativi.
Perché è una svolta
- La PRR è una condizione rara e difficile da trattare; i trattamenti tradizionali — interventi endoscopici ripetuti — spesso garantiscono solo benefici temporanei.
- L’uso “off-label” di un farmaco antitumorale offre una nuova opzione terapeutica concreta per pazienti refrattari alle terapie convenzionali, con risultati clinici documentati.
- Il caso è stato presentato al recente Congresso nazionale dell’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO), suscitando interesse nella comunità medica per la potenziale applicabilità ad altre forme gravi o recidivanti.
Implicazioni per il futuro
Questa esperienza apre scenari promettenti: il ricorso a terapie antiangiogenetiche nel trattamento della papillomatosi legata a HPV potrebbe offrire un’alternativa meno invasiva rispetto a interventi ricorrenti. Se confermata su più casi, questa strategia potrebbe essere integrata nei protocolli per malattie respiratorie rare causate da papillomavirus.
Tuttavia, essendo un trattamento “off-label”, sarà importante raccogliere ulteriori dati clinici, valutare sicurezza e sostenibilità, e — se possibile — avviare studi più ampi per validarne efficacia e applicabilità.
Il successo ottenuto al Mauriziano segna una svolta nella cura della papillomatosi tracheale: dimostra che farmaci oncologici, usati in modo innovativo, possono offrire speranza a pazienti con patologie rare e recidivanti. Un risultato che merita attenzione e potrebbe rappresentare un primo passo verso nuovi standard terapeutici per patologie legate a HPV.
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